mercoledì 17 luglio 2013

Filetto di maiale con salsa al RON e latte di cocco


...Dos gardenias para ti
Con ellas quiero decir
Te quiero, te adoro, mi vida
Ponles toda tu atenciòn
Porque son tu corazòn y el mio

Dos gardenias para ti
Que tendran todo el calor de un beso
De esos besos que te di
Y que jamas encontraras
En el calor de otro querer

A tu lado viviran y se hablaran
Como cuando estas conmigo
Y hasta creeras que te diran
Te quiero

Pero si un atardecer
Las gardenias de mi amor se mueren
Es porque han adivinado
Que tu amor me ha traicionado
Porque existe otro querer...




Cuba e i catalani hanno avuto tante storie, amore e odio, come due amanti che si lasciano e si prendono, si allontano e disperano per potersi riabbracciare.
Questa canzone triste e profonda di amore e rassegnazione mi ricorda proprio gli estati della mia infanzia, e mi ricorda mia mamma con il giradischi e i Buena Vista Social Club…




Filetto di maiale con salsa al RON e latte di cocco

Penserete cosa centri Cuba con il maiale e i Buena Vista Social Club. E invece centra perche non potevo mancare al contes più musicalmente stellato! Il Siena and Stars con i suoi piatti delle stars! E visto quanto amo Cuba e i suoi ritmi ho pensato a questa ricetta perché il maiale a Cuba è molto usato e apprezzato visto che la maggior parte della loro pesca è dedicata a lexportazione. 





Ingredienti per due persone:
350 gr. di filetto di maiale (fettine alte 2 cm. )
1 platano (da friggere)
250 ml di latte di cocco (home made)
un bicchierino di ron
un mazzetino di menta fresca
1 cucchiaino di maizena
2 noci di burro
olio extra vergine di oliva
1 cucchiaino e 1/2  di zucchero mascobado
sale


Preparare con anticipo il latte di cocco.
Sbucciare il platano e tagliare a fette da 4/5 mm. friggere in una padella capiente con il burro fuso e condire con mezzo cucchiaino di zuchero. Quando sono quasi fritti regolare con un pizzico di sale e mettere da parte. Aggiungere un filo d'olio alla padella e quando è caldo rosolarci i filetti di maiale da ambe parti. Lasciare cuocere per 10/15 minuti e prelevare dalla padella tenendoli al caldo. Nella stessa padella fare sfumare il bicchierino di ron, aggiungere qualche fogliolina di menta e lo zucchero e  quando questo è sciolto bagnare con il latte di coco con dentro sciolto un cucchiaino di maizena. Amalgamare per qualche minuto fino che comincia ad addensassi e controllare di sale. Versarci i filetti di maiale e far insaporire.


Servire nella sua salsa, con il platano fritto di contorno e qualche foglia di menta.
Da accompagnare assolutamente con una buona birra giaciata... con sotto fondo i Buena Vista Social Club...









Con questo piatto mi presento al contest di Patty, Andante con Gusto, e il Siena and Stars


Un week tutto ligure, alla scoperta dei SAPORI VERI


Devo capire come si fa a fermare il tempo... 
Sono convinta che esiste almeno il modo per rallentarlo… e credo di esserci vicina, almeno posso dire di averne avuto una piccola prova. Ho scoperto un qualcosa che fa si, che tutto si ralenti, che il caldo non dia tanto fastidio e che i rumori e il telefono si ammutoliscono. (ricetta miracolosa nel prossimo post!)

E posso dire che tutto questo è dovuto a una esperienza fatta qualche settinama fa, grazie a l'Associazione Nazionale Città dell'Olio. Hanno presso sotto braccio 20 food blogger e ci hanno guidato in terre liguri, accanto al mare, nella fiera Sapori da sfogliare, dove abbiamo degustato tantissimi prodotti che a dire magnifici è poco!



Ma andiamo per parti...
Perché questo week end fantastico di qui vi parlo, non è potuto cominciare in miglior modo che con la presentazione, in fiera, dello Starbooks, che ci ha donato anche una piacevole e interesante chiaccherata con Sergio Rossi, autore di La cucina dei Tabarchini, tra altri libri. 

(Personalmente però, questo libro mi ha aperto un punto di domanda? 
Ma i Genovesi... come hanno fatto a fare tutto quello che hanno fatto? 
Ed io che credevo che i Catalani erano gli inventori di quasi tutto...! 
Veramente da leggere, ve lo consiglio.)


Se ci fosse qualcuno di voi che non sa cosa sia lo Starbooks, è fortemente invitato ad andare nel loro blog e girarci un po' in modo di fare tesoro di quel che c'è scritto. Perché non si tratta soltanto di un blog qualunque dove si parla di cibo alla moda e foto belle. No, si parla e ci si confronta di ricette fatte bene. Di come un libro può essere valido o meno, di quanto si possa imparare non soltanto della cucina italiana, ma anche di quella di altri paesi e culture! 
Per quello che mi riguarda, le 10 magnifiche donne che sono dietro a questo progetto, godono di un gran bagaglio culinario, e si esprimmono e cucinano con una sincerità e manualità che qualcuno dei libri da loro "recensiti" (per modo di dire) si sognano di avere!  Ma se andate qui vi spiegheranno meglio.

Finita la presentazione dello Starbooks, di nuovo in giro tra gli stand. E non poteva mancare una lezione di come si fa il pesto.. se non, in che terra siamo?




Ma le sorprese non finiscono qui...
Perché nel pomeriggio, dopo aver visitato ogni angolo e stand della fiera; assaggiato e acquistato prodotti genuinamente buoni; pranzato dei buonissimi agnolotti piemontesi fatti a mano dagli alunni dell'Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche del Piemonteci siamo incamminati, in autobus, verso Imperia. 
Lì, l'azienda olivicola Rainieri ci ha aperto le loro porte e guidato nella storia e il proceso dell' olio visitando anche il frantoio storico. 

Loro sono produttori di olio extra vergine d'oliva da più da 100 anni, sempre ricavato con olive esclusivamente italiane. 
Emozionante, è vedere l'impegno e l'orgoglio di queste persone che ci lavorano, di come veniva prodotto prima l'olio e come viene fatto adesso. Ed non è stato meno interessante ed importante sapere certi parametri e criteri, per quanto riguarda alla produzione e conservazione dell'olio extra vergine, con i quali confrontarci al momento del suo acquisto, maggiore è l'informazione, maggiori sono le possibilità di portare a tavola cibo buono e salutare. Perché l'olio extra vergine d'oliva va invogliato in vetro scuro, meno vede il sole meglio è! E questa era facile... 
Ma noi? Come lo conserviamo a casa?


Una cosa è certa, la giornata è andata "liscia come l'olio", e dopo l'aperitivo offerto nel frantoio è arrivata l'ora di cena. Ci siamo fatti due passi, e siamo arrivati al Ristorante Mignole, dove la Chef Elvira Puppo ci ha proposto alcuni piatti della tradizione ligure...




Inutile raccontarvi che il dopo cena è stato inebriante e entusiasmante tanto quanto il resto della giornata. Perché svaccarsi sedersi nella hall dell'hotel, con un drink in mano e ridere fino le 2 di notte, fa andare via le rughedel viso... quelle poche che abbiamo. Perché ridere si sà, fa bene come cucinare, come mangiare...!

L'indomani... 
La giornata si sarebbe aperta con un corso alla conoscenza dell'olio extra vergine di oliva, guidati da Marcello Scoccia, responsabile della scuola dell'ONAOO (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio di Oliva), abbiamo scoperto e assaggiato oli proveniente dall'Italia e non solo. 
Sono molti i fattori che determinano la qualità e la tipicità dell'olio, per citarne un pò:
. varietà o tipo di ulivo
. area geografica
. condizioni climatiche maturazione delle olive
. modo di raccolta e conservazione delle olive
. tecnologie di trasformazione
. tecniche di conservazione dell'olio... 

Ma questa è una sola parte. Noi gli abbiamo imparato come si fa ad assaggialo e degustarlo... scaldando con le mani il bicchiere, facendolo girare, annusando, degustando in modo tutto speciale (con una specie di gorgoglio tra la gola e il palato). 
E il colore direte voi? Il colore non è importante? Si, lo è, ma non nel caso della degustazione, questo non deve mai distogliere l'attenzione ed è per ciò che non a caso si usa un bicchiere speciale (di vetro blu scuro) per li assaggi. 
E non preoccupatevi che i pregi e difetti dell'olio vengono fuori, e possono essere tanti. 
Io ne conoscevo il sapore buono e fruttato, o quello piccante, ma anche quello rancido che mi fa rabbrividire. Ed in realtà ce ne sono anche altri, quelli un tantino amaro o con un sentore di erba appena tagliata, e poi quelli che però sanno di muffa o di terra o con un retrogusto metallico...
Per non dirvi come dovremo conservare l'olio, noi a casa! Anche se l'olio di oliva è sempre un "succo di un frutto" la sua conservazione e deterioramento è ben particolare. Mai conservarlo in un luoghi caldi superiori ai 26°, e non lasciare le bottiglie aperte, ma ben si chiudere ermeticamente non lasciando che l'aria che ci entra lo ossidi e lo deteriora. sopratutto fare attenzione alle etichette. 
E qui mi sono caduti molti miti: magari uno pensa di usare l'olio più buono che ci sia perché dice è "genuino", o magari pensiamo che quel'olio del ristorante che ti portano per condire l'insalata sia l'olio migliore, e invece...

D'adesso in poi, l'olio extra vergine d'oliva avrà t'utto un altro significato, non basta scrivere EVO... ma saper riconoscere quello VERO e di qualità, adatto alla nostra cucina e le pietanze che ne escono. 
Saper abbinare un olio a un piatto può determinare la sua riuscita, lo facciamo con i vini, con i sali, perche non con l'olio?!



Approfitto e chiudo qui, la prima parte di questo week, con un brindisi a tutte queste food blogger che hanno reso questi due giorni favolosi. 
E come si vuole dimostrare... il cibo unisce!

Grazie di tutto PattyAlessandra e DanielaMapiFabio e AnnalùStefaniaCristinaLaura,
AleRoberta, MaryFabiana, AureliaAnnaritaRobertaSimonaAnna MariaSabina e Sandra.



martedì 9 luglio 2013

Carbonara VEGETARIANA ai FIORI di ZUCCA e asparagi

La mia cucina non è fatta di avanzi, d'avvero! Soltanto che a casa nostra non avanza nulla! Questa è una cosa che mi hanno insegnato mia madre e mia nonna. Loro però di paste non erano tanto afferrate se non abvrebbero fatto meraviglie! Ma dalle nostre parti di pasta se ne mangia poca... di fatti, non è strano se dopo qualche anno che mi ero trasferita a Milano, cominciasse a perdere peso e capelli a ciocche, senza sapere la ragione. Per fortuna decise di fare degli accertamenti e a mia sorpresa, scopri che il mio organismo ne aveva "fino a sopra i capelli" di tutta questa quantità di farine a destra e manca!
Ma diciamolo, chi è che può vivere in Italia e non mangiare ogni tanto un bel piatto di pasta? Ecco, a punto... ed io per tre messi e mezzo ne fece a meno del grano ed imparai a farmi il pane e la pasta con farine alternative, quelle permesse dall'interologo.

Questa é una carbonara a modo mio, vegetariana di sicuro perché in vece della pancetta ci sono le verdure. Il fatto di chiamarla carbonara è soltanto perché c'è il legame dell'uovo crudo, ma in realtà è una di quelle ricette che ti vengono per caso, combinando tre o quattro ingredienti che da soli non riempiomo un piatto, ma che messi assieme ti fanno fare una gran figura. Di solito uso come verdure le stesse zucchine mignon dei fiori di zucca, ma questa volta, le suddette zucchine le ho usate per fare il carpione di questa insalata... e così mi sono arrangiata con mezza dozzina di asparagi. 




Carbonara VEGETARIANA ai FIORI di ZUCCA e asparagi




Ingredienti per 2 persone:
250 gr. di pasta lunga (in questo caso linguine)
7/8 asparagi
10 fiori di zucca (piccoli)
1 uovo
3 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato più qualche scaglia
3 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva
1/2 noce di burro 
sale e pepe q.b.

Mettere a bollire l'acqua per la pasta. Pulire e lavare gli asparagi dai residui di terra, levare la parte del gambo che non è morbida da mangiare (non buttarla*). e sbollentarli per 3/4 minuti, scolare e tagliarli a pezzetti. Lavare delicatamente i fiori di zucca e toglierli il pistillo, tagliare pure loro a pezzetti (io l'ho fatto con delle forbici di cucina).
Buttare la pasta nell'acqua bollente, salare. Sbattere bene l'uovo in una ciotola molto capiente insieme al parmigiano grattugiato, se lo preferite potete aggiungere il pepe adesso o pure a piatto terminato.
In una padella scaldare l'olio e quando è caldo versare gli asparagi facendoli saltare per un minuto, poi aggiungere i fiori di zucca e saltarli per un'altro minuto ancora. Togliere dal fuoco. Scolare bene la pasta e versarla nell'uovo, aggiungere il burro e mescolare tutto per amalgamare bene. Versare le verdure con il loro olio e amalgamare ancora. Servire a forma di nido al centro del piatto con qualche scaglia di parmigiano.



note:
* non butto mai i gambi degli asparagi, ben lavati e fatti bollire per una mezz'ora, insieme a mezza cipolla una carota e un pezzettino di sedano, diventa un eccellente brodo per un delicato risotto agli asparagi.

Qualche volta a questa pasta ci aggiungo delle mandorle tostate e tritate, o pure un po' di panne grattugiato e tostato in padella.